Chi come noi è abituato a frequentare
gare di ogni genere sa che lo spirito del podista, quello vero, una
volta finita la competizione è uno spirito di festa.
Questo trovarci, tutti insieme, tutti
con facce note e trascorsi, chilometrici, comuni, è sempre bello è
sempre agglomerante.
Oggi non c'era neanche la fine della
competizione da attendere: oggi è stata solo una festa.
Anche perché come può essere
credibile il primo che taglia il traguardo e lo fa in pigiama?
Per la cronaca il primo a farlo è
stato un Cardatleta, Giovanni Vanini, che è anche colui che ha
caldeggiato la partecipazione alla manifestazione, siglando così la
seconda vittoria in due settimane per la nostra società.
Ma l'ha fatto ridendo, come sempre del
resto, lui è così, in assoluta tranquillità.
Il Corriamo con loro, è un'idea
bellissima.
Sviluppata benissimo in un posto
stupendo.
Il luogo è era il lago di Corgeno.
Lo scopo era raccogliere fonti per
l'associazione Garavaglia che si occupa di aiutare i volontari che si
prodigano per rendere più sopportabile la degenza ospedaliera nei
reparti oncologici pediatrici a pazienti e famigliari.
E per avere presente,ad ogni metro
trascorso, perché si era lì, era richiesto un abbigliamento
particolare.
Quel pigiama che i bimbi in ospedale
devono purtroppo sempre indossare.
Questa mattina in auto ho pensato per
un momento ad un eventuale blocco stradale, eravamo in 5 e tutti in
pigiama, avrei voluto vedere la faccia.
C'era la possibilità di fare due
percorsi: il lungo di 7,5 km e il corto di poco più di 4.
C'erano bambini, nonni, atleti e
famiglie, c'era gente che voleva esserci perché ne aveva capito
l'importanza, magari comprando il biglietto e la maglietta anche da
far indossare al cane che accompagnava il suo umano.
E in molti, anche non essendoci
fisicamente hanno contribuito, infatti i biglietti venduti sono stati
tanti, più degli effettivi partecipanti.
E alla partenza quando uno speaker
allegro e motivato ci ha invitato ad alzare le braccia e urlare
“Corriamo per loro” è stato bello e più di uno si è commosso.
Le cose buone sono così, sanno di
buono.
Grazie a Lorena, Lorenza, Omar, Matteo,
Giovanni, Enea, Lidia, Jacopo e Rachele, che nonostante fosse
dolorante ha voluto finire il giro corto zoppicando, perché il
cardatleta è così fin da bambino, il cardatleta si ferma solo se
costretto.
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