Quando è destino è destino.
Non ci sono tattiche, non c'è nulla
che tenga, quando una cosa non deve succedere, non succede e basta.
Prima l'impossibilità di trovare il
tempo di allenarsi al meglio, poi, quando, visto che la trasferta si
faceva comunque, decide di provarci, il dolore alla spalla che lo
immobilizza per quasi due settimane.
Ma Enea, non si arrende e ci prova.
Lo dichiara in partenza “io ci
tento, al limite mi fermo, ma ci provo”.
Troppe cose hanno remato contro e l'unica è tentare tutto e puntare
all'oro.
Bella gara dove cerca e riesce ad andare via e a imporre il suo
ritmo.
Ma quello che non ha nelle gambe si trasforma in acido lattico e sul
traguardo viene superato di un soffio.
Alla fine sarà 4° per soli 13 centesimi, dietro anche ai due vincitori
delle batterie precedenti.
Il suo 2.06”69 non basta per regalare una medaglia.
Non è arrabbiato ne deluso, è solo dispiaciuto, con la preparazione
di otto mesi fa sarebbe stato tutto più semplice.
Ma un quarto posto senza allenamento è un gran risultato che lo
stimolerà e lo spingerà a dare il massimo, perché, per uno come
lui, ci sarà sempre una gara da fare e soprattutto una volata da
vincere.
Sono passate le
15.00, l'ultima competizione della giornata è la 4x200, vero motivo
della nostra incursione in terra marchigiana.
È nata così
questa trasferta, con la voglia di fare gruppo e di condividere
davvero la stessa gara.
Non ci sono
velleità di vittoria, a differenza dell'anno passato che con un
1'47” si andava a podio, quest'anno le compagini iscritte son
veramente tante.
L'obbiettivo è
stare sotto 1'50”, ma soprattutto, divertirsi.
Ed è con questo
spirito che si preparano, si scaldano e vanno alla camera di
chiamata.
Son tesi e si vede,
per i due quarti di loro è la seconda gara in pista fidal della
vita, dopo quella di ieri.
Piero trema quasi,
è veramente l'essenza dello sport, quello vero fatto di passione,
tensione ed emozione.
Il primo
staffettista è Aldo.
Alla partenza è
spaesato, un altro concorrente si è appropriato della nostra corsia
e non pare intenzionato a ridarcela, solo l'intervento di un arbitro
fa si che ci sia consegnato il testimone numero 3, quello che ci
spetta e la corsia abbinata.
Si parte, primo
giro e cambio con Omar, che la speaker, leggendo il nome sulla
canotta, chiama confidenzialmente Soxj.
Che in fondo è il
suo nome.
Il Soxj passa a
Piero che da il massimo e consegna il testimone nelle mani del
presidente, che, reduce da un 800 al cardiopalma, vola al traguardo.
Obbiettivo
raggiunto 1'48”00, e ampio margine di miglioramento.
Peccato che un
risultato che sarebbe stato da podio l'anno passato valga solo il 14°
tempo.
Escono dalla pista
con un gran sorriso, convinti, non solo di aver dato il massimo, ma
anche di aver mantenuto una promessa: quella di divertirsi.
È stata una
splendida esperienza anche per me che, da spettatrice, ho vissuto di
emozioni riflesse.
Soxj: “cioè,
la Cardatletica ai campionati italiani master....cioè......la
Cardatletica unica staffetta varesina presente agli Italiani..TANTA
TANTA ROBA.....IMMENSI”
Enea: “un
rimpianto e una consapevolezza. Il rimpianto di non aver corso come
avrei potuto e voluto, la consapevolezza che il gruppo sta crescendo
in maniera splendida perché fatto da belle persone”
Aldo: “ esperienza emozionante e
indimenticabile. Un esperienza di cui nessun amatore dovrebbe
privarsi”
Piero: “staffetta da
capogiro...non solo figurato”
La nostra
esperienza ai campionati italiani è appena cominciata.
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