Questo giovedì lascio la parola a Tite Togni. un'istruttrice di yoga veramente speciale, dato che è anche un'ultratrailer.
Ed ecco il suo articolo apparso nel numero di settembre 2014 di Yoga Journal, una delle più autorevoli riviste di Yoga: “OM NELLA TERRA DESOLATA” (cliccare sul titolo per la versione in PDF). OM è il mantra induista più familiare a noi occidentali (ne parlero’ nei prossimi post del Cardayoga), ed esprime la particolarità e il misticismo che ha pervaso questa gara.
Tite ci racconta il suo Mustang Trail Race, un ultratrail in Nepal di 200 km, diviso in 8 tappe di 15/30 km, con 8200 m di dislivello, a un’altitudine che varia tra i 2900 e i 4300 m di quota. Mi ha affascinato come, in questo articolo, la vita di Tite sia presentata da due angolazioni:
- UNA TRAILER ESPERTA, che si qualifica terza assoluta correndo il Mustang Trail Rail in 26h33' ore. Tite racconta il percorso e ce lo mostra nelle foto.
- UNA YOGINI (termine che definisce la praticante di yoga, al maschile yogi). Vive un’esperienza di preparazione e gara in un ambiente estremo. Trovate nell’articolo riferimenti al pranayama, la respirazione che le ha permesso di adattarsi all’altitudine, a esempi di Asana che ha fatto durante la gara per recuperare. E avrete la conferma che lo yoga è ben altro che meditazione è immobilità.
Queste due angolazioni sono possibili perchè Tite Togni è l’ideatrice del "PROGETTO YOGA X RUNNERS”, che ha come
obiettivo la diffusione dello yoga nel mondo dei runner. Il metodo è lo yoga come lo ha proposto il maestro BKS Iyengar, definendolo "meditazione in azione", e Tite aggiunge "come la corsa" (approfondirò lo Yoga Iyengar nei prossimi post!).
Ci tengo a presentare il suo progetto Yoga x Runners, proprio
perché, attualmente lo Yoga per la corsa è proposto da tanti ma credo che pochi, oltre a lei, ne abbiano le credenziali. Tite Togni è un’insegnante
certificata Yoga Iyengar dal 2008, anno della sua prima maratona (ha un PB di 3h 26'). E’ nella
pratica sportiva da sempre (nasce come agonista di pattinaggio
artistico su ghiaccio), e conta un’esistenza in montagna da sempre per origini
dolomitiche. In sintesi, Tite coniuga un serio curriculum
yogico con la pratica agonista. Non c’è improvvisazione, solo esperienza personale, e nello yoga conta questo: avere vissuto la pratica per
proporre cio' che è cresciuto dentro.
Se serve dire altro, aggiungo buona lettura, e grazie Tite!
Grazie Libel, grazie Tite (alla quale va anche il merito per averci fatte incontrare ♥)
RispondiElimina