la nostra Libel all'Olimpico |
Non è uno scherzo ma il programma di una vera gara, l’Albarace.
Oltre alla levataccia, c’è di piu’. Ci sono 1500 pettorali che finiscono in meno di 24 ore. Ci sono ricordi che durano per tutto il resto del giorno. E soprattutto ci sono 6 km che meritano la levataccia.
Alla partenza è con il cielo ancora buio ma la luce è garantita da una fonte d’eccezione.
Lo Stadio Olimpico di Roma, acceso solo per noi e pronto ad accoglierci. Il primi due km fanno compiere un giro attorno allo stadio. Quindi si va verso lo Stadio dei marmi, due km composti da un giro attorno alle grandi statue, diventate rosa per il sole che inizia a sorgere, poi all’interno della pista.
Arriva il quinto km, e si attraversa l’area degli internazionali di Tennis. Il quinto km è quello che più emoziona, perché l’arrivo non è solo una linea di passare.
Lo stadio si avvicina, i cancelli sono aperti per noi, i segnali indicano il corridoio sotto la curva sud, prima i rumori dei passi nel tunnel e poi la luce: siamo dentro lo stadio, correndo sulla pista d’atletica, in uno stadio pieno solo di runner.
Come resistere ad un selfie all'Olimpico? |
il ristoro, una speciale e meritata colazione.Sono le 6,30 e tutto è quasi finito. Il giorno inizia, e noi 1500 che portiamo con noi un ricordo speciale per dove siamo stati.
È una piccola gara, ma la amo proprio per i luoghi che percorre.
E quest’anno l’ho corsa pensando ai piccoli della Cardatletica, augurandogli di arrivarci a portare la nostra canotta bianca, viola e verde in questo stadio, magari per il Golden gala!! Ragazzi, l’Olimpico vi aspetta, datevi da fare!
Libel Sue
PS Io sono poi andata a fare la meritata colazione al bar, visto che i primi arrivati avevano fatto fuori tutte le brioches… Ero ancora vestita come in gara e ho colto il commento di due signore “Deve essere una che balla nei club la notte”. Mi sono sempre chiesta dove fosse nato il disegno originale della canotta e forse ho avuto una risposta…
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