La nostra trasferta in terra umbra per
i campionati italiani master 2013 parte venerdì 28.
I campionati italiani son sempre
bellissimi, sia da atleta che da spettatore, sono una girandola di
emozioni, facce tese e sorrisi smaglianti.
Sono sudore, preparazione e, perché
no, anche solo voglia d'esserci, senza velleità di vittoria alcuna.
Ore sugli spalti a guardare gare:
veloci giri di pista, salti nella sabbia, giavellotti che si avvitano
prima di cadere.
Venerdì andiamo a dare uno sguardo
alle gare e a ritirare il pettorale di Enea, gareggerà sabato per
1500mt e domenica per gli 800.
Il clima è di quelli autunnali, freddo
e raffiche di vento, giacche impermeabili e pioggia a tratti.
Ci mettiamo al riparo sulle tribune
giusto in tempo per vedere Francesca Barone guadagnarsi la prima
delle tre medaglie d'oro dei suoi campionati italiani, 5000, 1500 e
800 per ripetere la triplete degli indoor, grandiosa Francesca sempre
sorridente amichevole, che quando non corre incita Enea quasi quanto
me!Grazie.
Enea riesce a mettere un piede in pista
e la scopre bellissima, a suo dire una delle più belle mai viste.
Ma ci sarà tempo per provarla.
Il sabato, soleggiato, arriva in un
lampo e con lui una tensione strana.
Una tensione che al posto di caricarlo
lo abbatte, una tensione nociva.
Scende in pista snervato e già
stanchissimo.
Il passaggio agli 800 metri in 2.18 può
andare ma a quel punto gli manca quella che di solito è la sua arma
vincente: il cambio di passo.
I primi aumentano il ritmo e lui non
riesce.
Allora deve decidere, raschiare il
fondo di energia e testa o continuare così e risparmiarsi per quegli
800, che quest'anno sembrano essere scritti nel suo destino.
Ma quest'anno lui non vuole altri
metalli se non l'oro e per come si è messa la gara l'unico
traguardo fattibile sarebbe forse un quarto posto, e allora opta per
continuare sul ritmo già impostato senza strappi ne volate.
Arriverà sesto sorpassando il settimo
che agli 80 metri tira i remi in barca, e non sarà più di quel
tanto dispiaciuto.
Il 4.15.88 finale è il suo miglior
tempo stagionale e nuovo record sociale.
La gara sarà vinta da Dell'Aquila
Felice con un ottimo 4: 08.78 seguito da Occhiolini Filippo con
4:09.77 completa il podio Molino Walter che parteciperà molto
attivamente anche agli 800 di domenica, Walter conclude i suoi
1500mt in 4:09.98.
Ma Enea è carico e stranamente
profetico, per uno scaramantico come lui, e decreta “va bene così,
domani spacco tutto!”.
La notte è spezzata, un po'
infastidita, ci si sveglia, ci si rigira e al mattino lo sguardo è
di chi non sa decidersi se si è riposati o no.
Ma gli occhi son quelli giusti: i suoi,
quelli che vogliono la medaglia, quella che manca, quella d'oro.
Arriviamo al campo confermiamo
l'iscrizione e troviamo posto sugli spalti.
Si guardano le gare, Enea si estranea e
anch'io tento di alleggerire la tensione.
Ci sono segni giusti, ci sono cose che
sarebbero facili da interpretare come favorevoli, coincidenze, numeri
ricorrenti, che per due che credono nel poter dei numeri fanno ben
sperare.
Ma la regola è guardarsi e capirsi
senza parlare.
Non si parla in certi momenti, tutto
quello che c'era da dirsi lo si è fatto negli ultimi tre mesi e
mezzo.
Adesso ci sono due cose da fare: lui
deve correre e mentre lo fa io devo soffrire, buttando giù dagli
spalti tutta la voce che ho.
Le serie sono tre.
Enea ha il miglior tempo d'accredito,
partirà nell'ultima la più veloce.
Ma c'è l'incognita Molino.
Quel Walter Molino medaglia di bronzo
nei 1500 che si presenta senza tempo e che quindi è relegato nella
prima batteria.
Parte prima lui e io memorizzo tutti i
passaggi che riesco prendendo dei riferimenti visivi.
Passa ai 400 in gruppo in 1:01.5 e
al suono della campana parte, farà una galoppata tremenda fino al
traguardo con me che fisso il cronometro tentando di calcolare il
tempo finale.
Siglerà un ottimo 2: 01. 89, che
comunque è già più alto del tempo d'accredito di Enea: di poco ma
più alto.
È su di lui che sarà impostata la
gara.
Alla fine si rivelerà una cronometro,
una corsa contro il tabellone luminoso, i secondi e i decimi.
Enea si schiera e parte, ai duecento
metri, come sempre il gruppone ha una battuta d'arresto e il ritmo si
abbassa di colpo.
E questo non va bene, Enea sa che il
primo giro è da chiudere sotto il minuto e parte, incomincia a
scalare le posizioni guadagnandosi una chiodata sulle scarpe che apre
un taglio netto nella stoffa.
Ma non tentenna e se ne va, se ne va
contro il tempo, con me che guardo lui e il cronometro per avere
conferma che sia per tutta la gara davanti, che non debba andare
all'inseguimento del tempo fatto da Molino.
Il primo 400 ferma il tempo sui 59.32 e
dopo è tutta una volata con me che urlo come un ossessa, tentando di
convincermi che questo lo spinga in avanti, ma lui non sente nulla,
solo al passaggio del primo giro riesce a captare la voce dello
speaker che dice il suo nome e il nome della nostra società.
Ha ammesso che il sentir dire
Cardatletica è stato un aiuto inaspettato come se la voglia di
onorare quella maglia così voluta l'abbia caricato ancora di più.
Circa ai 200 metri finali, nel punto
dove mi sono posta il mio personale check point vedo che passa in
1.32, mentre Molino era passato in 1.34.
E allora esplodo 1.44 e mancano gli
ultimi cento metri, è ormai stanco dopo una gara tutto da solo ma
compensa, perde due passi respira e ricomincia.
2:00.50.
E' il campione, è Oro, è quello che
doveva essere.
E insieme ricominciamo a respirare.
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