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SITO CARDATLETICA

sabato 5 gennaio 2013

QUANTI CHILOMETRI SERVONO PER PARTIRE



La propria strada non è facile da trovare.
Non tutti ci riescono.
Ancora più difficile è trovarla da piccini e da piccini saperla riconoscere.
Lui l'ha riconosciuta.
Era il 1982.
Anno fantastico per lo sport italiano, l'anno di Tardelli, Paolo Rossi e Zoff.
L'anno dei mondiali.
Mi piace l'idea che la sua carriera da podista sia nata in quei dodici mesi di assoluta grazia sportiva.
Aveva 8 anni e la sua strada fu subito chiara: era fatta di campi, strade bianche e argini da correre tutti d'un fiato.
Piccino ed esile, è stato il più piccolo tra sviluppati precoci per anni, quando sei mesi di differenza e dieci centimetri contano tanto.
Ma non più del cuore.
Ha aspettato poco, e già due anni dopo arrivò quarto ai campionati italiani campestri di categoria e incominciò così a tastare il terreno.
L'anno seguente, sempre ai campionati italiani, arrivò primo, foto lo confermano, ma diedero la vittoria all'atleta di casa.
Niente recriminazioni, solo una giusta delusione per un bambino che sceglieva le gare con un criterio personale molto chiaro: quelle con in premio prosciutti e salami prima di tutto.
Ma è, ed è sempre stato, un lottatore e quindi, dall'anno successivo, ci furono solo medaglie d'oro.
Quattro anni di maglie iridate e vittorie.
In questi anni venne a contatto con grandi allenatori a livello nazionale e campioni che, nelle stagioni a seguire diventarono un orgoglio italiano, Pizzolato, Laura Fogli e tanti altri.
E questo gli ha insegnato che niente da risultati e soddisfazioni quanto l'impegno, la correttezza e la lealtà.
Un infortunio prima, che lo porta a una battuta d'arresto e la vita poi, coi i suoi problemi, lo lasciano orfano di una passione vera e intensa che fino a quel momento aveva scandito tutta la sua vita.
Non ricorda una domenica mattina a poltrire nel letto prima dei sedici anni, e non la rimpiange, è nato per correre e quello doveva fare.
Lo stop è stato lungo diciassette anni.
Ma quando è il cuore a comandare basta poco e prima o poi ritorna a farsi sentire.
Da allora sono passati quattro anni: era il primo febbraio 2009, 101 giorni dopo aver smesso di fumare.
E fece 5, 2 km.
Da allora ha tutto registrato.
Chilometri percorsi, tempi, riprese, statistiche: una cosa da folle
Il primo pettorale della nuova vita fu spillato a giugno: 6,3 km in 23,59 min.
Una nuova vita, in una nuova società, incontrando nuovi amici.
Una ripresa fatta di record, medaglie di bronzo e d'argento, di vittorie e di chilometri.
Ma la voglia di costruire qualcosa di suo in questo mondo è diventata urgenza e da domattina anche realtà.
Domani la sua società, la nostra società, sua e di tutti quelli che hanno creduto in lui, debutterà sui campi di gara.
E chi non debutterà domani lo farà nelle prossime settimane.
Posso solo immaginare cosa si possa provare a vedere persone in cui credi correre con una maglia riconducibile a te.
L'emozione sarà tanta, forse ancora di più che se quella maglia la indossasse lui.
Correte ragazzi, correte come sapete, non importa se lo farete al massimo delle vostre possibilità o solo per divertirvi.
Una sola cosa sarà importante: quella maglia deve rendervi fieri, fieri di far parte di un gruppo di persone che con voi potranno dire “io quel primo anno c'ero”.

Stefania Visentini Zampini

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